Era il 31 gennaio 2020, avevo appena concluso con successo l’esame di Idraulica - l’ultimo della mia vita nella facoltà di ingegneria al Politecnico di Torino - ed euforica mi immaginavo già a centinaia di chilometri da lì, mangiando cheesecake senza glutine tra le strade di New York.
Stavo sognando un’estate americana.
…Sappiamo tutti, però, che ne è stato dell’estate del 2020.
L’idea di viaggio divenne così un progetto “a data da destinarsi” che finì nel dimenticatoio (nonostante ci sia mia zia texana che mi chiede spesso quando andrò a trovarla).
Con l’America sono in contatto fin da quando avevo 5 o 6 anni, fin dai primissimi prodotti di intrattenimento. Sono praticamente cresciuta a pane e Lizzie McGuire, 7th Heaven, The Princess Diaries, film delle gemelle Olsen, Disney Channel.
Però, non faccio che chiedermi: i contenuti che ci vengono mostrati permettono di conoscere a pieno la realtà degli Stati Uniti, distinguendola e avendone chiari i contorni?
Da sempre, la televisione ha sia riflesso che nutrito costumi e valori culturali.
Atteggiamenti sociali e prodotti televisivi interagiscono in un rapporto duale, avendo un’influenza reciproca.
Da un lato film e telefilm, ma anche reality show, sono uno specchio della società, dando rappresentazione di dilemmi personali, tabù, relazioni controverse, ma anche semplici esempi di vita quotidiana e di come si sia evoluta nel tempo la visione della famiglia tradizionale, grazie ad esempi di serie tv come Modern Family o Single Parents.
D’altro canto, le emittenti televisive hanno spesso mostrato di riuscire ad influenzare gli spettatori, anche in maniera sottile, portando sullo schermo rappresentazioni che veicolano messaggi importanti, dalla politica, alle relazioni, alla violenza.
Sex Education, infatti, è un esempio di serie tv che è ben riuscita a far emergere l’importante tema della sessualità, coinvolgendo il pubblico - soprattutto la gen Z - sull’abbattimento delle norme di genere, degli stereotipi sessuali, dell’impegno a praticare sesso piacevole e in sicurezza.
E quindi cosa ci dicono i prodotti che guardiamo per distrarci e intrattenerci? Ma, soprattutto, cosa possiamo fare per capire un po’ di più quest’America?
Affidarci.
A chi la studia, a chi la vive, a chi ne parla.
Ecco alcuni suggerimenti.
Pop Corn - il podcast di Marta Ciccolari Micaldi e Valeria Sesia
L’entertainment americano (talk show, magazine, reality, celebrity, cerimonie, rap, sport e show biz) ci mostra come cultura, valori, stili di vita si miscelino perfettamente. Che sia attraverso film, musica, programmi televisivi o qualsiasi altra forma di intrattenimento, l'industria dell’intrattenimento ha un impatto diretto sul modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda.
Dal Jersey Shore a Britney Spears, passando dalla storia dell’iconico supermercato Walmart, Marta Ciccolari Micaldi e Valeria Sesia in Pop Corn riescono a raccontare storie di cui abbiamo tanto sentito parlare, ma sui cui effetti e significati forse è bene soffermarsi un po’ in più.
È stato forse proprio questo podcast, e qualche diretta Instagram, che mi ha dato lo slancio ad iscrivermi a LIT, il bookclub della McMusa, in cui ogni mese, con un nuovo libro e una discussione stimolante, cerchiamo di cogliere, attraverso i libri, qualche aspetto delle persone che vivono gli Stati Uniti.
A novembre la lettura mi porta figurativamente a spasso.
Sono a metà di Viaggi con Charley: Alla ricerca dell’America di John Steinbeck, e sto consultando la cartina degli Stati Uniti in continuazione! Guardo i paesaggi, immagino come possa essere la vita delle persone che li abitano, sogno di mettermi in macchina anche io (magari in compagnia di Kala).
I libri di viaggio hanno qualcosa di speciale, lo avevo capito già con Autostop con Buddha. Viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson.
Attraverso una narrativa di movimento, fatta tanto di incontri con persone tanto diverse a seconda del luogo in cui ci si trova, ricca di descrizioni di paesaggi e di sensazioni, si entra in contatto con esperienze, a cui il lettore può solo avvicinarsi. Un buon autore cattura l'atmosfera di un luogo e permette ai lettori di viverlo in prima persona, capendo, grazie alle sue riflessioni, chi siano gli americani che incontra.
E chi sono questi americani?
Elegia Americana di J.D. Vance
Un ritratto di chi altro possono essere l’ho avuto vedendo Elegia Americana, il film tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di J.D. Vance, attuale vicepresidente degli Stati Uniti.
È stato un film tanto disturbante quanto coinvolgente.
Mi sarei aspettata di capire perché così tante persone dell’Appalachia fossero vicine a politica di Trump. Non è proprio così, della visione resta impressa l’immagine di una famiglia disfunzionale, come tante ne esistono sul territorio, i cui drammi sono dovuti, anche e soprattutto, ad una traslazione delle violenze, dei drammi, dei problemi, di generazione in generazione.
E visto che il film non ha risposto efficacemente alla domanda “chi potrebbe mai votare Trump?” (anche perché il suo intento non era propriamente quello), ti suggerisco chi ha provato a farlo.
Francesco Costa, settimanalmente, racconta qualche chicca sull’America, riuscendo a portare su Youtube una comunicazione fresca e diretta sulla politica americana, ma anche su quello che sono religione, istruzione, razzismo, cibo e stranezze varie in America.
A dirla tutta, per scoprire gli insight e addentrarsi nei meandri della cultura pop, letteraria, storica serve ancora tanto in più.
Questo, però, è almeno un buon punto di partenza per iniziare un nuovo viaggio, questa volta mentale.
Se anche tu hai qualche suggerimento, lasciamelo nei commenti. Intanto grazie per aver speso un po’ del tuo tempo qui.
Ti auguro un buon inizio settimana e, se non sei ancora iscritto, ti invito a seguirmi!